Al via SEEDFORCE, una banca dei semi a difesa di specie autoctone europee
Gentiana ligustica Testa di Drago del Trentino Ribes della Sardegna
“Per la prima volta un progetto LIFE fa sistema a livello nazionale per salvare le piante a maggior rischio di estinzione” osserva Costantino Bonomi, conservatore di Botanica del MUSE e coordinatore del progetto. Guidato dal MUSE, Museo delle Scienze di Trento, il progetto coinvolge 15 partner italiani e stranieri, e verrà implementato in 10 regioni italiane e all’estero (Francia, Malta e Slovenia).
“Si tratta di una vera e propria rescue operation in grande stile, compiuta su 29 specie, di cui 28 in Italia, particolarmente rare e minacciate presenti in 76 hot-spot di biodiversità, di cui 59 nel nostro Paese, dalle Alpi alle isole maggiori passando per la Pianura Padana e l’Appennino” continua Bonomi. “Grazie a un approccio integrato, verranno rimosse o mitigate le minacce che gravano su 139 siti di intervento, di cui ben 107 in Italia, dove verranno trasferiti oltre 25.000 individui di queste specie rare, di cui 20.000 in Italia, propagate massivamente in serra e in laboratorio per spezzare le catene dell’isolamento che oggi le condannano all’estinzione”.
L’Italia ospita un numero elevato di piante di interesse comunitario: sono infatti ben 104 le specie vegetali incluse nella Direttiva Habitat (Direttiva n. 92/43/CEE emanata il 21 maggio 1992 dalla Commissione Europea per promuovere il mantenimento della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali nel territorio europeo), molte delle quali esclusive delle nostre regioni. Secondo l’ultimo report sullo stato di attuazione della Direttiva, 58 di queste sono in cattivo stato di conservazione: ad esempio nell’Arco Alpino la Testa di Drago, la Genziana Ligure e la Sassifraga del Monte Tombea, nel Mediterraneo la Primula di Capo
Palinuro, la Bocca di Leone di Linosa, il Ginestrone delle Isole Eolie, la Felce Gigante della Sicilia e il Ribes della Sardegna si trovano in condizioni sfavorevoli e il trend in atto indica un chiaro peggioramento della situazione in futuro.
Il progetto (LIFE20 NAT/IT/001468) è formalmente iniziato il primo ottobre e durerà fino alla fine del 2026, e sarà implementato in 10 regioni italiane (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Veneto), in Francia (Provence-Alpes-Côte d’ Azur), Malta e Slovenia.
Il partenariato guidato al MUSE coinvolge il Dipartimento di Biologia Ambientale della Sapienza Università di Roma, il Conservatoire botanique national méditerranéen de Porquerolles, il Parco Monte Barro, Legambiente ONLUS, l’Ente Parco Nazionale della Maiella, l’Università di Ljubljana, Biotechnical faculty – Botanic garden, l’Università di Malta, l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università degli Studi di Catania, l’Università degli Studi di Genova, l’Università degli Studi di Palermo, il Centro di Ateneo Orto Botanico dell’Università di Padova, l’Università degli Studi della Tuscia e l’Università di Udine; il progetto è inoltre sostenuto dal Ministero della Transizione Ecologica e dalla Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione ex situ della flora spontanea italiana.
PER APPROFONDIRE
Il sito ufficiale EU sulla direttiva: https://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/habitats_dir_en.htm
Sintesi in italiano: https://www.mite.gov.it/pagina/direttiva-habitat
Manuale Ispra: https://www.mite.gov.it/pagina/direttiva-habitat